Carissimo compagno di strada,
ricordi quando usavi la parola dis-abile? Oggi preferisci la parola diversamente abile, alludendo al fatto che potrei essere abile in forme diverse. Ma tu, per i miei tempi, non hai pazienza.
Hai tante parole per dire quel che senti, io troppo spesso non so usare le parole per dire tutto quello che provo e di cui ho bisogno.
Sai cosa significa sentirsi una goccia in un immenso deserto?
A volte tutto mi giunge distorto, incomprensibile, ho paura perchè i sentieri che mi sono di fronte si accavallano e allora, quando qualcuno si avvicina, mi aggrappo con tutta la forza, proprio come chi sta affogando e si stringe al salvagente fino a farlo scoppiare
e tu mi dici che sono aggressivo.Quando dico grazie, abbraccio forte, ma anche allora mi dici che sono pericoloso.
Tu hai tanti modi per farti notare, sai essere brillante, buffo, ridicolo, io, a volte, ripeto la stessa domanda, perchè vorrei essere notato, rassicurato, ma alle mie domande semplici, a volte non sai rispondere, allora
mi dici che sono un disturbo.Tu hai bisogno di riposarti, di distrarti, di divertirti, di avere una vita vivace e semplificata,
non hai tempo per la mia vita che rallenta i tempi e la tua corsa al successo.Tu sai ruggire e fare il giocoliere e tutti sono pronti ad applaudirti, la mia presenza invece ti irrita quasi come la mia vita.
Lo so, ti do ansia, provoco tensione, per questo pensi di sedarmi con i farmaci che mi spediscono nel mondo dei sogni e vuoi rinchiudermi come un Minotauro in un centro di occultamento specializzato.
La tua sensibilità ha bisogno di non inciampare in uno come me.La tua normalità, il tuo mondo apparentemente chiaro, si nasconde dietro un fracasso di parole che coprono e nascondono, col loro rumore, il volto umano nel quale difficilmente riesco a navigare e a trovare la mia autonomia quotidiana.
Il tuo inciampo