Ed è qui che io abito,nel centro del mio giorno con i piedi per terra e mare tutto intorno.

giovedì 30 aprile 2009

Il tuo cuore


Il tuo cuore lo porto con me
lo porto nel mio,
non me ne divido mai
dove vado io,
vieni anche tu, mia amata
Qualsiasi cosa venga fatta da me
la fai anche tu, mia cara,
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo perché il mio mondo
più bello, più vero sei tu.

Questo è il nostro segreto profondo,
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita
che cresce più alto di quanto l’anima possa sperare
piu' vivo di quanto la mente possa celare
la meraviglia che le stelle separa.
Prendo il tuo cuore lo porto con me, nel mio
il tuo cuore esiste nel mio".
E.E.CUMMINGS

I miei silenzi




Ora racconto i miei silenzi, quelli che ho dovuto subire in modo doloroso,quelli per i quali una parola, una sola, mi avrebbero aiutata a capire, a farmi stare meno male e, forse, avrebbero cambiato il corso degli eventi. Parlo del silenzio assordante di uno sguardo sfuggente, che nasconde una totale assenza di parole, perchè non ce ne sono, perchè costruito tutto sulla menzogna. Le parole, fatte di confronto diretto, avrebbero svuotato il silenzio e messo a nudo una realta'di non-coraggio e di gesti protratti negli anni più per orgoglio che per scelta.

E che dire del silenzio-assenso, di uno sguardo sterile, impersonale, che ti sta dicendo che hai capito benissimo: tuo padre sta morendo e non puoi fare nulla, solo accettare e stare li', ad aspettare, impotente.

E poi...il silenzio di chi non ti vuole parlare e non hai nemmeno il confronto, di uno sguardo sfuggente, freddo....ma pur sempre uno sguardo, dentro il quale piantare i tuoi occhi, nell'illusione di capire le ragioni. Quel silenzio, che è mutismo ostinato, chiusura totale, ho finito per riempirlo di domande mute, di parole inutili, vuote, senza senso. Poche parole, chiare, semplici, dirette mi avrebbero aiutato a capire, a capirmi, avrebbero lenito il dolore bruciante che si prova quando qualcosa finisce, quando qualcuno se ne va per sempre....

mercoledì 29 aprile 2009

Ho conosciuto il silenzio


Ho conosciuto il silenzio

delle stelle e del mare,

il silenzio dei boschi prima

che sorga il vento di primavera.

Il silenzio di un grande amore,

il silenzio di una profonda pace dell'anima

Il silenzio tra padre e figlio

e il silenzio dei vecchi carichi di saggezza.

Edgar Lee Masters

domenica 26 aprile 2009

"Vicolo" e "Periferia"

Provo ancora con un esercizio di scrittura creativa....sono diventata monotona ma...mi diverto molto. La prima è una poesia di Salvatore Quasimodo "Vicolo".
La seconda è una mia manipolazione, al contrario, dei versi del Poeta. Risultano, quasi per gioco, due realtà contrapposte. Che ne dite? Sono riuscita nel mio intento?

Vicolo


Mi richiama talvolta la tua voce,
e non so che cieli ed acque
mi si svegliano dentro:
una rete di sole che si smaglia
sui tuoi muri ch'erano a sera
un dondolio di lampade
dalle botteghe tarde
piene di vento e di tristezza.
Altro tempo: un telaio batteva nel cortile,
e s'udiva la notte un pianto
di cuccioli e bambini.
Vicolo: una croce di case
che si chiamano piano,
e non sanno cos'è paura
di restare sole nel buio.

Salvatore Quasimodo





Periferia

Mi porta lontano la tua voce

e so che terre e fiumi e verde

si assopiscono dentro:

una fitta maglia di stelle

che si ricompone sui tuoi muri

e all'alba erano

un dondolio di candele consunte

dalle fabbriche mattiniere

vuote di aria e di allegria.

Ora il martello pneumatico

è fermo nel cortile

e non odo risa di cuccioli e bambini.

Periferia: un susseguirsi di caseggiati

che s'ignorano spavaldi.

e sfidano con trepidazione

la solitudine del giorno.


Al mio Dirigente (scolastico)



Dirigere un dirigibile
era il tuo desiderio dirompente;
un dirigibile
da dirizzare,
dirottare,
dirozzare con giubilo
verso la volta celeste
ma
un dirizzone ti diresse
verso un dirupo
e mal digeristi la distruzione
del tuo amato dirigibile,
che dritto andò alla distruzione.
Ora dirigi una direzione didattica
ove ti tocca dirimere,
con discrezione,
discenti poco disciplinati
e docenti discordi con le tue disarmanti decisioni.


Rosalinda




Non è niente di speciale, però mi sono divertita....

venerdì 24 aprile 2009

Questo amore






"Edo aveva voluto per me un universo intero.

Lo aveva voluto

non per appenderlo davanti ai miei occhi, così' com'era,

ma per la mia meraviglia.

Lo aveva voluto perche' cambiasse ogni giorno.

Edo disegnava costellazioni

e tracciava linee inaspettate,

colorava stelle

e

sapeva schiarir il nero del cielo notturno.

Ogni volta mi ritrovavo tra le mani

un mondo nuovo....."

" Questo amore" di Cotronero


La storia che si narra in questo libro è molto gradevole, romantica.
Ne voglio parlare stasera, perchè domani sono 22 anni di vita insieme.
(Ha dell'incredibile sposarsi il giorno della Liberazione.)
Cosa ha fatto per me lui, il mio uomo, quello io affettuosamente chiamo "il partenopeo in esilio in terra di Bari"?
Ecco: mi ama per quello che sono. Non ha mai tentato di cambiarmi,
anzi dice che mi ha sposato perche' sono ridicola....e piccola, tascabile.
E questa dichiarazione d'amore vale tutto l'universo.

Ed io...?

....ho subito amato i suoi occhi dolci, un po' malinconici, da cucciolo in cerca di coccole;
la sua ironia amara, tipica dei napoletani....
In realtà anch'io ho sempre "accolto" totalmente
il suo modo di vivere, di essere, senza mai tentare di cambiarlo.

mercoledì 22 aprile 2009


Sono qui di fronte a te
con la mia finta felicità,
i miei falsi sorrisi,
che non possono nascondere
il desiderio che ho di te,
di toccare i tuoi capelli biondi,
di sfiorare le tue labbra con le mie.
Sei bellissima, lo vedo anch'io,
ma non so dirtelo.
No, non sono innamorato di te
- non lo sono mai stato di nessuna -
ma mi piacerebbe sentirti
almeno per un attimo mia,
provare emozione
per un tuo sguardo d'amore
... io che non voglio
amore eterno nè pietà.
Aiutami, ti prego,
sto male:
nel dolore che attraversa
le mie risate stanche,
nell'oblio assurdo delle mie sere vuote.
Insegnami ad amare,
a dare soprattutto,
a sciogliere il mare di ghiaccio
per poterti ricevere
e riscaldare.
Aiutami
a riscoprire il calore del mio cuore,
l'ingenua energia di un bambino stupito,
il faro accecante del sole di luglio
soffocante nel tardo mattino.
Insegnami ad amare,
senza pretese,
senza progetti,
senza troppe speranze.
Neruda



martedì 21 aprile 2009

Io speriamo che me la cavo....


Quando si è a contatto con i bambini è possibile che un evento drammatico, quale quello del terremoto, assuma, involontariamente, anche un aspetto simpatico...

Ecco un testo scritto da un bambino della II A

" Il 6 Aprile 2009 in Abruzzo, all'Aquila, c'è stata una scossa di terremoto. Ci sono state circa 300 vittime sotto le macerie e e un cane.
Non so quanti sono gli sfollati senza casa. Quanti pianti sulle bare dei figli e dei parenti!
I cani delle Unità Cinofile hanno salvato molte persone, ma anche i vigili del fuoco hanno avuto un gran da fare per salvare l'Abruzzo.Ora in tanti non hanno più la casa.
Io regalerei agli sfollati la mia vecchia casa."
Vito

(Premetto che il bambino si è trasferito da pochi giorni in un nuovo appartamento e la " vecchia" casa è in ottime condizioni.)


Quello che ha più colpito i bambini è la vita nelle tendopoli, che hanno chiamato nei modi più svariati: " tentopoli", "tendopola", fino all'aspetto latinista " tendopolis".


" ....Nelle tendopoli si mangia, si beve e si dorme...."

La piccola è straniera....ha scritto un bel testo. Ho solo riportato l'osservazione più simpatica. Per lei una casa, mangiare, bere e dormire sotto un tetto rappresentano tanto. E come darle torto.



" Nelle tendopoli si celebrano Mese, si fa scuola, ci sono persino i barbieri per uomini e donne."



E, infine, dopo una mia disquisizione, molto semplice su cosa provoca i terremoti, alla domanda:
- Bambini, perchè la terra trema?-
- Perchè ha freddo....- ha risposto prontamente una scolaretta.

lunedì 20 aprile 2009

Mia madre






E' difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.


Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.


Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.


Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.


E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame

d'amore, dell'amore di corpi senza anima.


Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:


ho passato l'infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.


Era l'unico modo per sentire la vita,

l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.


Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.


Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile.


Pasolini



domenica 19 aprile 2009

Mi guardo e....


scopro che sono un groviglio di contraddizioni,

che non riesco ad avere un minimo di equilibrio

in quello che faccio, perchè amo gli eccessi, gli estremismi.

E lo so che non va bene vivere così, non quando

si è parecchio adulti

e da te tutti si aspettano saggezza, razionalità.

E pensare che fino a ieri mi sentivo serena,

tranquilla...ma io non sono capace di essere veramente

serena, non è nella mia indole.

Devo per forza tormentarmi per qualcosa, sennò...

non mi sento viva.

Interrogarmi, migliorarmi, non lasciare mai

che un incontro, sia solo

un incontro, superficiale e senza un seguito,

nel lavoro, in amicizia, in famiglia,

come madre, moglie, figlia...

E si, quella figlia che non si è mai sentita capita

ma solo giudicata...

da una madre troppo severa,

inflessibile e forse incapace di tenerezza....

Quelle poesie che tanto amo,

quei libri che leggo...quasi in maniera

bulimica, ce l'hanno una risposta

alle mie domande?

E' una vita che attendo risposte.

E nemmeno 'sto cielo,

tutto punteggiato di stelle, è capace di

rispondermi.

sabato 18 aprile 2009

Post lieve....perchè voglio stare serena e senza pensieri...

Passerà...


il tempo cura le ferite del cuore

che poi l'acqua cadendo dal cielo laverà...

Passerà.. del resto non c'è un vincitore,

in amore come nasce da solo svanisce, se ne va.

Chissà a chi sorriderai la mattina bevendo il caffè

e se l'uomo che tu abbraccerai

nei suoi occhi avrà qualcosa di me...

Che sarà, che sarà, che sarà di me

Che sarà, che sarà, che sarà di te.

E chissà Magari ci rincontreremo,

cambiati disperati o magari felici, chi lo sa?

Ma se avrai le labbra rosse di ciliege di maggio

il coraggio che adesso mi manca forse avrò.

Sai mi manca quella parte di me

che non trovo adesso senza te... Che sarà, che sarà di me..


E come si fa a stare senza pensieri?

venerdì 17 aprile 2009

Appello politico per una ricostruzione in Abruzzo senza le infiltrazioni mafiose



LE RISPOSTE SONO UN DOVERE.
La prima emergenza in Abruzzo si è pressoché conclusa. Garantito il funzionamento delle tendopoli o comunque delle soluzioni abitative provvisorie, inizia la fase della ricostruzione.
Non vogliamo entrare in contenuti puramente tecnici ma riteniamo sia assolutamente necessario dare un contributo di indirizzo politico alla ricostruzione in Abruzzo. In alternativa alle new towns di Berlusconi chiediamo che siano messe in campo quelle competenze che possono sviluppare progetti condivisi che valorizzino il territorio e trovino soddisfazione in materiali e costruzioni ecocompatibili. Una nuova progettualità indirizzata ad un miglior rapporto con l’ambiente può elevare la qualità della vita specialmente là dove eventi luttuosi hanno segnato profondamente la vita delle persone.
Sicuramente in molti aspirano ad entrare nella cerchia di chi dal terremoto ci guadagnerà e proprio per questo la Sinistra, al di là di frazionamenti su altri temi, riteniamo debba essere vigile, propositiva e non tollerante nei confronti di chi, come già in altre calamità, ha approfittato per creare tandem affaristico-politici.
Non possiamo tollerare che interessi di tipo mafioso possano stendere i loro tentacoli su questa ricostruzione.
Il popolo della sinistra si appella ai propri politici per sentirsi rappresentato nella lotta contro le speculazioni edilizie in Abruzzo. Il lutto di questa terra, il dolore, i timori e la dignità delle persone colpite dal terremoto meritano nuove risposte dall’Italia nel segno della trasparenza, della legalità e del rispetto.
Alcuni blogger nei giorni scorsi attraverso la rete hanno sollecitato dirigenti locali e nazionali della sinistra ad esprimersi su questi indirizzi di ricostruzione che oggi riguarda l’Abruzzo, ma che di fatto può diventare un modello di progettualità per altre città anche non in regime di emergenza.
Tutti questi dirigenti sono stati contattati in quanto presenti in rete attraverso social network o blog.
DA NESSUNO DI ESSI E’ ARRIVATO ALCUN COMMENTO.
Rinnoviamo l’invito ad esprimersi in quanto riteniamo queste risposte un DOVERE.
La rete non è una passerella dove è sufficiente la presenza per guadagnare consensi.

I dirigenti gia contattati precedentemente e che saranno nuovamente contattati tramite facebook sono:

Bruno Pastorino, Massimiliano Smeriglio, Alfonso Gianni, Gennaro Migliore, Titti De Simone - (MPS – Sinistra e Libertà)
Antonio Bruno – Vittorio Agnoletto - (Sinistra Europea)
Tirreno Bianco – (PdCI)
Ermete Realacci, Claudio Burlando, Claudio Montaldo, Roberta Pinotti, Pierluigi Bersani, Mario Tullo, Fausto Raciti, - (Partito Democratico )
Roberta Lisi, Claudio Fava, Lorenzo Azzolini, - (Sinistra Democratica – Sinistra e Libertà )
Unire la Sinistra, Katia Belillo, Mariuccia Cadenasso, Umberto Guidoni, Luca Robotti - (Unire la sinistra – Sinistra e Libertà )
Paolo Ferrero, Maurizio Acerbo – ( PRC)
Cristina Morelli –(Verdi- Sinistra e Libertà )

Ovviamente la discussione è aperta a tutti

I blog che promuovono questa iniziativa e ai quali indirizzare commenti sono:

loris a sinistra
Luz come il pane a colazione
ilrusso il Russo
pierprandi l'eco dell'Appennino
mente persa la Mente Persa
schiavi o liberi schiavi o liberi
Gap vengo da lontano ma so dove andare
aldo il monticiano via della Polveriera

Invitiamo gli altri blogger a diffondere questa iniziativa in rete al fine di garantire una discussione ampia.

I blog interessati a questa iniziativa sono tanti altri.

Ho sentito il dovere morale di aderirvi non perchè sia una cittadina di sinistra, ma perchè mi sembra giusta che lo Stato compia il proprio dovere e l'opposizione vigili, perchè non si speculi su questa ricostruzione.
Infine, ma questa motivazione per me va al primo posto, sono figlia di un abruzzese, che non c'è più da 18 anni. Mio padre avrebbe agito così.

giovedì 16 aprile 2009

Dall'Antologia di Spoon River " Sara Brown"


Maurice, non piangere, io non sono sotto questo pino.

L'aria fragrante della primavera bisbiglia fra la dolce erba,

le stelle brillano, il caprimulgo chiama,

ma tu soffri, mentre la mia anima giace in tripudio

nel beato Nirvana dell'eterna luce!

Va' da quell'uomo di buon cuore che è mio marito,

che rimugina su quello che lui chiama il nostro amore colpevole;

digli che il mio amore per te, non meno del mio amore per lui,

ha plasmato il mio destino - che attraverso la carne

ho conquistato il mio spirito, e attraverso lo spirito, pace.

Non c'è matrimonio in cielo,

ma c'è amore.

edgard lee masters

" Antologia di Spoon River "

Non c'è niente di autobiografico in quello che ho trascritto. Mi piace molto l' "Antologia di Spoon River", è una delle mie letture preferite, sin dall'adolescenza, che ho completato con l'ascolto dei brani musicati da Fabrizio De Andrè.

mercoledì 15 aprile 2009

Il paese di Bengodi


E' noto a tutti: questo è il tempo delle vacche magre. E' diventato difficilissimo sbarcare il lunario, e per le famiglie è quasi impossibile arrivare alla terza settimana del mese.
Non parliamo, poi, di chi ha acceso un mutuo per acquistare una casa, per avere un tetto sicuro: si caccia in un ginepraio di prestiti e di tassi variabili, in continuo aumento e poi, si cade dalle nuvole, quando la casa finisce sotto sequestro, perchè non sei più in grado di pagarla.
La verità è che l'Italia non è più il Paese del Bengodi, se mai lo è stato, e che per gli errori dei nostri maldestri politici, paga Pantalone.
Ai tempi in cui Berta filava, bastava poco a farci dormire tra due guanciali.
Per i giovani era facile vivere facendo il mestiere di Michelaccio: mangiare, bere ed andare a spasso. E questo perchè si partiva dalla convinzione che a tavola non si invecchia e che si poteva mangiare di tutto, senza restrizioni e senza l'ossessione di un'immagine perfetta da " velina" con il " culto dell'eterna giovinezza", per le donne e da "macho palestrato" per gli uomini.
Si potevano fare le ore piccole, senza paura di essere aggrediti, derubati.
Essere giovani era un privilegio ma, è doveroso, spezzare una lancia a favore dei ragazzi del terzo millennio, altrimenti definiti " bamboccioni" da un nostro incauto politico. Essi vivono nella totale precarietà lavorativa, economica ed affettiva. Costretti ad abbaiare alla luna, per trovare una qualche certezza, in un momento in cui verrebbe voglia di ritirarsi sull'Aventino, per salvarsi in corner da un ingranaggio in cui i vasi di coccio, costretti a vaggiare, tra vasi di ferro, restano letteralmente stritolati.
Rosalinda

Ancora un esercizio di scrittura creativa, meno personale degli altri. Qui bisogna usare frasi idiomatiche e dar vita a un testo coeso, con un minimo di senso logico. La ricerca delle frasi avviene prima e in maniera quasi del tutto casuale... Da qui la difficoltà...ma anche il divertimento

martedì 14 aprile 2009

Armonie di bambini


Marzo

Accogliente

Regala rose e suona

Zufoli

dOlcemente

Luigi 7 anni

2 B


Aprile

Mese di Aprile

mese di strilli e di allegria

mese di uova colorate

mese delicato

mese di foglie nuove

mese di farfalle e di api

mese di alberi in fiore

mese di colori tenui

mese di erbetta

mese di vacanze

mese di tenerezza

mese di pioggia

mese di gioia

mese di frutti succosi

mese incantato.

Francesco, 7 anni

2B

lunedì 13 aprile 2009

Cemento armato

Lo so, è un giorno di festa....ma non riesco a star zitta su quest'altra VERITA' annunciata che ho appreso leggendo un commento sul blog di Anna, Miss Kappa.
Si fa riferimento ad un capitolo " Cemento Armato" tratto da Gomorra.
Ovviamente sono andata a ri-leggerlo con più attenzione e ne riporto alcuni capoversi.
"....Cerco sempre di calmare quest'ansia che mi prende ogni volta che cammino,ogni volta che salgo le scale, prendo ascensori, quando struscio le suole su zerbini e supero soglie. Non posso fermareun rimuginio d'anima perenne su come sono stati costruitipalazzi e case.....
So come è stata costruita mezz'Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti.E la sabbia.La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturnonessuno dimentica le file infinitedei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Camion in fila che attraversavano le terre costeggiate dai contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma.....Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi......"
Da "Gomorra" di Roberto Saviano
Capitolo: "Cemento armato" (pagg 234 e 236)

sabato 11 aprile 2009

RISURREZIONE


Suono di campane,

voce che trasvola sul mondo,

canto che piove dal cielo sulla terra,

nella città sorda e irrequieta,

e nel silenzio dei colli

ove, nel pallore argenteo,

le bacche d’olivo maturano il dono di pace.

Suono che viene a te,

quale alleluia pasquale,

a offrirti la gioia di ogni primavera,

a chiamarti alla rinascita;

a dirti che la terra rifiorisce

se il tuo cuore si aprirà come un boccio,

che ripete un gesto d’amore e di speranza,

levando il mite ramoscello

in questa chiara alba di risurrezione.


d'annunzio

Un ricordo....


Ho un ricordo dolcissimo delle mie vacanze pasquali, trascorse interamente in Abruzzo, in casa della mia nonna paterna.
Papà era originario di San Leonardo, un villaggio poco distante da Guardiagrele, in provincia di Chieti....praticamente ai piedi della Maiella.
San Leonardo sembrava, ma lo è ancora," un angolo di Paradiso", come amava definirlo mio padre. Tante casette abbarbicate su per la salita che conduceva al paese, la chiesetta, la fontana dove tutte le donne, col bel tempo, lavavano i panni e li mettevano ad asciugare sui prati.
La domenica di Pasqua era davvero una domenica di festa. Ti svegliavi prestissimo, col canto del gallo e la voce di mio padre, felicissimo, che girava per le strade a salutare i suoi amici che, come lui erano emigrati in Venezuela nel secondo dopoguerra e avevano fatto ritorno negli anni 60 per occuparsi della terra. Mancava solo papà, perchè mia madre non amava la campagna, non sopportava gli animali. Così avevano preferito rimanere in Puglia....in questa "grande metropoli"...
Per me e mia sorella andare a San Leonardo era la LIBERTA', con serio disappunto di mia madre che ci sentiva parlare speditamente l'abruzzese e ci vedeva correre scarmigliate per quelle strade non ancora asfaltate.
Pasqua era un vestito nuovo, primaverile, il suono della campana delle dieci, era la Messa in quella chiesetta che profumava di fiori e di incenso, che risuonava delle parole dolci del frate cappuccino, degli auguri di tutti gli abitanti di San Leonardo...
Pasqua era ....la pasta fatta in casa, il coniglio cotto sotto la coppa nell'immenso camino, erano i pasticciotti di formaggio, la pupa di cioccolato, la ricotta ancora calda....
Pasqua erano le coccole di tutti gli zii, quanti zii....di mia nonna che parlava poco ma aveva due occhi azzurri azzurri che ti scaldavano il cuore.

venerdì 10 aprile 2009

Il giorno del silenzio

Freddo

Che freddo alla notte! Scende ad abbracciare le ferite del cuore e della memoria. Blocca i pensieri, li congela in uno spazio irreale. Oggi non è il giorno della rabbia. Oggi è il giorno del silenzio. Alla radio ho appena sentito le parole del Presidente della Provincia: mi è sembrato di riconoscere la compagna di un tempo. Stefania, che l'immane tragedia ti abbia fatto tornare la ragazza combattiva e vera del tempo in cui ci chiamavamo comunisti? Se così fosse, io sono con te. E lo saremo in tanti. Ma non prenderci in giro. Non farlo. Massimo, tira fuori anche tu la grinta che non hai mai avuto. Sei il nostro sindaco. Dimentica le tue poltrone e il culo al caldo. Ricorda anche tu da dove vieni e gli anni in cui si combatteva insieme. Dobbiamo tornare ad essere i guerrieri di una volta. Ora la nostra terra ha bisogno di questo.

Dal blog di Anna " Miss Kappa"

giovedì 9 aprile 2009

A chi ha perso la casa daremo chiese?

Strano paese il nostro che prima di ricostruire fabbriche e
case, pensa alle chiese!

Un paese, dove sino a ieri si è tagliato indiscriminatamente su scuola,
ricerca e cultura e in cui, oggi, il premier pensa alla ricostruzione delle chiese!
Benedetto XVI a capo di uno degli stati più ricchi e potenti del mondo non
solo si permette di influenzare in modo determinante la nostra politica e le
nostre leggi ma attraverso questo succube governo, ricostruirà le
chiese danneggiate dal sisma completamente a spese dello stato italiano.

Questa Italia che ha scuole e ospedali fatiscenti infestate da pantegane e
una regione, l'Abruzzo, devastata dal sisma, il Premier in visita sotto le
tende comuni dice che dobbiamo anche pensare a ripristinare le chiese e i
beni culturali?

Il Premier chiede di non fare polemica!
Ma con certe esternazioni come si fa a non fare polemica?

Non fosse per la serietà, generosità e solidarietà degli italiani stessi
questo paese con chiese e preghiere farebbe concorrenza al Darfur!

L'Italia laica pensi a ricostruire prima le fabbriche, le case e le scuole, perché per pregare qualsiasi luogo è adatto! Quel Dio che fa tanto comodo ogni tanto,
Vede e giudica ovunque! Dio delle chiese, non sa che farsene!


Questa è una lettera che un lettore ha inviato alla redazione de " Il Manifesto"



Non completamente condivisibile questa lettera, poichè le chiese fanno parte del nostro patrimonio culturale, quini ripararle è doveroso, ma non certo prioritario, rispetto alle abitazioni.

Mi chiedevo: Perchè il Santo Padre quest'anno la VIA CRUCIS del venerdì santo non la
celebra tra le tende dei terremotati?
Avrebbe sicuramente più senso.

mercoledì 8 aprile 2009

C'è un perchè?

Mentre si contano i feriti, i senzatetto, chi non ce l'ha fatta, i dispersi, forse qualcuno , più vicino di me alla tragedia, il" perchè" se lo sta chiedendo.... Vi riporto il commento di Sarik (http://bricioledivita.excite.it)
" Non lo so se c'è un perchè. E sicuramente non c'è UN colpevole, o almeno uno solo. L'unica additabile è la mancanza di cultura, rispetto a certi fenomeni, che c'è in Italia, il "pressappochismo", lo chiamo io. Che nei momenti di quiete non ci fa percepire i problemi, i pericoli, le necessità future..... "Perchè spendere un sacco di soldi per costruire secondo le norme antisismiche se perfino il mio Stato (e lo stato siamo sempre NOI) rimanda di proroga in proroga la loro coatta entrata in vigore?" Questo il pensiero italiano. Che non è un problema dell'Aquila, nè del Sud, ma dell'Italia intera. Da abruzzese quello che vedo (e che mi rincuora) è L'ESTREMO IMPEGNO DI TUTTI. poi, a tutti i perchè che ci potremmo porre, come sempre...non ci potrà essere una risposta. Quelle stesse persone che sono state duramente colpite, statene certi, ci insegneranno loro per primi come si fa a rimettersi in piedi, e questo lo dico da fiera abruzzese."


Vi segnalo inoltre questo blog:

http:
//miskappa.blogspot.com




martedì 7 aprile 2009


"Non ho intorno che un senso di buio e di incertezza.


L’inquietudine è soverchia. Paralizza persino i miei movimenti.


E ciò nonostante, credo che dentro questo buio troverò una via d’uscita....."


alda merini



E' difficile scrivere quando, poco lontano da te, tantissime persone vivono situazioni dolorose, perchè hanno perso tutto....affetti, casa...
Però, queste parole sono un augurio a pensare che tutto questo dovrà pur finire e si ricomincerà a costruire....

lunedì 6 aprile 2009

Un importante avviso

La Croce Rossa Italiana lancia "un appello di emergenza a livello nazionale, chiedendo a tutta la popolazione di partecipare ad un grande sforzo di solidarietà per alleviare la sofferenza di tutte le vittime del terremoto che ha colpito la regione Abruzzo".

Per effettuare donazioni alla Croce Rossa Italiana si possono utilizzare: il Conto corrente bancario C/C n. 218020 presso Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati - Tesoreria - via San Nicola da Tolentino 67 - Roma, intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma, codice Iban IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020, causale pro terremoto Abruzzo; il Conto corrente postale n. 300004 intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma, codice Iban IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004, causale pro terremoto Abruzzo. E' anche possibile effettuare dei versamenti online, attraverso il sito web della Cri all'indirizzo: [www.cri.it]

Terremoto in Abruzzo: "Earthquake "



Tre e trentadue:
La terra ha tremato,

Il tempo si è fermato.
Il nostro mondo è crollato,
i sentimenti buttati per aria.
Le coscienze si muovono,
qualcuna sta tremando?
I cuori in subbuglio
tra le macerie della Vita.
Sara
http://bricioledivita.excite.it

Sara è una blogger che conosco da un anno.
Vive a Pescara.
Ho voluto pubblicare questi suoi versi,
perchè nessuno, meglio di chi vive lì, può esprimere
con tanta chiarezza il dolore, l'angoscia
che si provano in momenti così drammatici.

sabato 4 aprile 2009

Il filo


Un po' di tempo fa, a scuola, si è tenuto un corso di aggiornamento sulla scrittura creativa.

L'esigente prof. che ci teneva lezione, ci chiese di produrre un testo significativo su una parola qualunque. A me capitò la parola " FILO".
Ecco quello che riuscii a scrivere.



Cercherò di non perdere il filo del discorso in questa improbabile, quanto assurda disquisizione
sul "filo".
Tutta la nostra vita è una fitta rete di fili , intessuti da una mano superiore che quei fili lì, li tira a suo piacimento, li intreccia e li annoda ad altri fili...
Filo...filo, cos'è il filo? E' quel manufatto che serve per tessere, cucire, che può essere allungato, sottile, di cotone, di seta, di nailon, semplice, doppio, ritorto, lucido, usato,vegetale, animale, metallico, filo con il quale, comunque e ovunque, ti senti legato a qualcuno perchè c'è un forte legame affettivo o d'interesse, e, se quel qualcuno ti dà filo da torcere, ti senti in un equilibrio instabile, perchè sei attaccato solo a un filo sottile, che rischia di spezzarsi.

E che dire del filo d'erba, tenero, indifeso, tra i tuoi capelli, allora fili d'oro, di quando avevi vent'anni e ti sedevi sul prato con quel ragazzo che ti faceva il filo e ti faceva vivere appesa al filo del telefonoe...dopo trent'anni sei ancora qui a chiederti se quel filo s'èmai spezzato o vi tiene legati in modo indissolubile come una preziosa filigrana.

E il filo di perle...quello che ti è stato regalato a cinquant'anni, come status della "signora arrivata"(dove?) con qualche filo argenteo tra i capelli, che ha smesso di camminare sul filo del rasoio e fa tutto per filo e per segno, senza più incertezze errori, che gestisce tutte le questioni a filo di logica; in famiglia,sul lavoro, in amicizia...

...Che ha smesso da tempo di essere filocomunista, che non sarà mai filoamericana e che filosofeggia con un filo di voce che il bandolo del filo, del suo filo... non l'ha ancora trovato...se mai lo troverà.

venerdì 3 aprile 2009

Felicità è....

Felicità è.... una confezione di pastelli nuovi, tutti ben tempererati...per scrivere pensieri sui miei libri, sui miei quadernetti, per correggere sul quaderno dei miei bambini (quando non ho la matita multicolore ), per colorare il grigio ciò che mi circonda.
Amo le cose semplici, le piccole cose.
Amo i colori.

E amo questo mio blog, perchè mi ha fatto conoscere tutti voi, che siete speciali, in un periodo in cui tutto remava contro.

Grazie a tutti!!!

giovedì 2 aprile 2009

Di te mi ricordo di rado


Di te mi ricordo di rado,

non sono curiosa del tuo destino,



ma il segno lieve che hai tracciato



non si cancella dal rifugio dell'anima.



Di proposito evito la tua casa rossa,



la tua casa rossa sopra il fiume torbido



e so che agito crudelmente la tua quiete



come un raggio nell'oscura siepe.



Vorrei che mai ti fossi adagiato



sulle mie labbra per chiedere amore,



vorrei che tu non avessi immortalato



con versi dorati le mie pene:



io ammalio segre tamente il futuro



(se la sera è completamente turchina)



e sento in anticipo l'appuntamento


inevitabile e vicino.


(1913)


Anna Achmatova



Per una volta....il passato è lì, incurante....