Prima dei telefoni i balconi,
si usciva fuori e si mandava a dire.
Erano lo sfogo della casa, le ragazze non uscivano
a spasso
tranne per la funzione, la domenica.
Però stavano in vista sul balcone,
passava il giovanotto, un fiore conficcato nell'occhiello,
una sbirciata a scippo, l'intesa fulminata,
telegramma spedito con le ciglia.
si usciva fuori e si mandava a dire.
Erano lo sfogo della casa, le ragazze non uscivano
a spasso
tranne per la funzione, la domenica.
Però stavano in vista sul balcone,
passava il giovanotto, un fiore conficcato nell'occhiello,
una sbirciata a scippo, l'intesa fulminata,
telegramma spedito con le ciglia.
Al balcone tra i vasi la ragazza dipanava un gomitolo,
ricamava a telaio, fingeva di pungersi con l'ago
per liberare gli occhi messi in giù.
Mia nonna si fidanzò al balcone.
E mia madre, d'estate, dopoguerra,
con altri amici esce sul balcone per il fresco
e un uomo, ventottanni, sedutosi vicino le chiede
di sposare.
ricamava a telaio, fingeva di pungersi con l'ago
per liberare gli occhi messi in giù.
Mia nonna si fidanzò al balcone.
E mia madre, d'estate, dopoguerra,
con altri amici esce sul balcone per il fresco
e un uomo, ventottanni, sedutosi vicino le chiede
di sposare.
Provengo dall'incontro di loro due là fuori, a Mergellina,
col cielo giocoliere del tramonto.
Ma da un altro balcone s'era affacciato pure l'impettito
a dichiarare guerra, sporgendosi rapace e pappagallo
sulla folla ubriaca di se stessa.
Era meglio se usciva alla finestra
e meglio ancora se teneva chiuso, così non si guastava
la storia dei balconi e dell'Italia del millenovecento.
col cielo giocoliere del tramonto.
Ma da un altro balcone s'era affacciato pure l'impettito
a dichiarare guerra, sporgendosi rapace e pappagallo
sulla folla ubriaca di se stessa.
Era meglio se usciva alla finestra
e meglio ancora se teneva chiuso, così non si guastava
la storia dei balconi e dell'Italia del millenovecento.
(Erri de Luca, da L'ospite incallito)
Vi propongo questi versi di Erri de Luca, autore e poeta che tanto amo, perchè mi hanno divertita tantissimo. E certo l'amore, questo sentimento così importante, ha cambiato nel tempo,
il suo modo di manifestarsi. I balconi, le finestre, nel primo novecento sono stati testimoni di amori nati quasi furtivamente, da una sbirciata tra feritoie e vasi di fiori.
Tutto molto romantico...
E poi i balconi come testimoni della Storia. E qui....stendo un velo pietoso...anche se mi viene da pensare che ognuno trova il modo più consono e più adatto ai tempi, per arrivare alle folle...
9 commenti:
I versi di Erri de Luca scrittore e poeta che anche io, ma soprattutto mio figlio, ammiriamo moltissimo.
Certo tu ricordi certi balconi e, per noi italiani, uno famigerato.
A me poi viene in mente una cosa che mi hanno sempre ripetuto: il secondo piano dei palazzi, quello dove ci sono uno o più balconi, è il cosiddetto piano nobile. Nel mio palazzo ce l'ho sopra, io mi trovo al primo piano, e lì al secondo infatti c'è il balcone.
Erri De Luca non si può non amare, ha ragione Aldo e il brano che hai riportato è davvero molto bello, come la foto stupenda che hai messo tu.
Certo, basta non pensare al balcone famigerato.
Grazie Serenella, bel post!
Lara
Nella mia Brianza nel periodo che tu ricordi, vi erano le "case di ringhiera", case umili a due piani con un unico balcone, la ringhiera appunto, al terzo piano vi erano gli abbaini, le casette del sottotetto.
In queste case vi coabitavano i diversi gruppi familiari e il più delle volte nascevo amori tra i giovani che poi sposandosi andavano ad abitare negli abbaini....per i miei genitori è stato così.
Con lo sviluppo del dopo guerra, sono sorti molti palazzi e i balconi non hanno più avuto il fascino della ringhiera...
un caro saluto, da un paese dove i balconi non esistevano in quegli anni;))
ciao serenella, roberta.
Certo che la vita vissuta al balcone deve esser stata parecchio romantica. M'incantano questi ricordi di Erri de Luca
Piacevolissimi i versi che hai postato: ironici e romantici insieme...per il balcone famigerato, beh, meglio lasciar correre: anche oggi se qualcuno potesse affarciarsi da lì.....poveri noi! ma non è poi così diverso affacciarsi con le mani sui fianchi dalla televisione!
Un bacione.
Apprezzo anch'io questi versi del grande De Luca...
Le espressioni d'amore sono ormai cambiate...niente più serenate e ammiccamenti...peccato!
Più che dai versi io sono affascinato dal balcone.
Ricordo di averne visto uno a Mesagne.
Auguri a tuo figlio Antonio, Sere.
Bellissima questa poesia, fra romanticismo, storia e politica, ben scritta quasi a farne respirare l'aria ed il tempo. Mi piacciono tantissimo questi balconi degli antichi palazzi.
Grazie per averla postata, non conoscevo questo poeta.
Convengo che se qualche balcone fosse rimasto serrato il corso della storia sarebbe stato diverso per l'Italia...come oggi converrebbe non accendere la TV...ma siamo italiani.
Francesca
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