Ed è qui che io abito,nel centro del mio giorno
con i piedi per terra e mare tutto intorno.
sabato 24 novembre 2012
domenica 14 ottobre 2012
venerdì 12 ottobre 2012
Consapevolezze
E
invece neanche si erano dovuti cercare, questo è incredibile, e tutto
il difficile era stato solo riconoscersi, riconoscersi, una cosa di un
attimo, il primo sguardo e già lo sapevano, questo è il meraviglioso –
questo continuerebbero a raccontare, per
sempre, nelle terre di Carewall, perché nessuno possa dimenticare che
non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai – lontani abbastanza –
per trovarsi.
(Alessandro Baricco - Oceano Mare)
(Alessandro Baricco - Oceano Mare)
In realtà, ci sono situazioni irrimediabili, per cui è impossibile, assolutamente impossibile, rincontrarsi, almeno in questa vita.
venerdì 5 ottobre 2012
martedì 2 ottobre 2012
Cominciano ad accendersi
le domande della notte.
Ve ne sono di distanti, quiete,
immense, come astri:
chiedono da lassù
sempre
la stessa cosa: come sei.
Altre, fugaci e minute,
vorrebbero sapere cose
lievi di te e precise:
misura
delle tue scarpe, nome
dell’angolo del mondo
dove potresti aspettarmi.
Tu non le puoi vedere,
ma il tuo sonno
è circondato tutto
dalle mie domande.
Pedro Salinas
la stessa cosa: come sei.
Altre, fugaci e minute,
vorrebbero sapere cose
lievi di te e precise:
misura
delle tue scarpe, nome
dell’angolo del mondo
dove potresti aspettarmi.
Tu non le puoi vedere,
ma il tuo sonno
è circondato tutto
dalle mie domande.
Pedro Salinas
sabato 29 settembre 2012
Dopo di me non sarà più la stessa cosa,
fidati. Non ho nessuna pretesa. Non ho nessuna particolarità. Gli occhi
sono marroni, non ho mai la risposta giusta al momento giusto, i miei
capelli sono insignificanti. Dopo di me, però, non sarà più
la stessa cosa per te. Come faccio ad esserne certa? Ti sei guardato in
giro?Di persone che amano come me ce ne sono rimaste poche, e di questo
sono sicura. Tu sei pazzo di me. Adesso puoi anche andartene, e lo
farai. Vattene, tanto mi sognerai per sempre. Per te non sarà più la
stessa cosa, dopo di me. Magari non mi ami, ma questo non vuol dire
niente. Trovami una che ti guarda negli occhi come ti ci guardo io.
Susanna Casciani
domenica 23 settembre 2012
Per un amico che non c'è più
Dunque non ti ho detto addio
amica mia mia amica
e ora visiti le stanze
con andatura lieve
meno di una danza.
Sei aria che sorride,
che mi circonda amorosa
il buio tra le spalle,
sei soffio sul viso
tutta sorriso sei,
e sole insieme
guardiamo le foglie
piovere nel vento
della città operosa.
Sospesa per entrambe
l’indaffarata corsa
verso le infinite misture
del nulla,
lo abitiamo con pazienza:
i suoni che non giungono,
quelli già giunti e poi svaniti
sono nostra
costante compagnia,
che importa quello che si è detto,
è così bruciante ora
accoglierci senza tocco
nel telefono che non suona
nel messaggio che non arriva.
Livia Chandra Candiani
amica mia mia amica
e ora visiti le stanze
con andatura lieve
meno di una danza.
Sei aria che sorride,
che mi circonda amorosa
il buio tra le spalle,
sei soffio sul viso
tutta sorriso sei,
e sole insieme
guardiamo le foglie
piovere nel vento
della città operosa.
Sospesa per entrambe
l’indaffarata corsa
verso le infinite misture
del nulla,
lo abitiamo con pazienza:
i suoni che non giungono,
quelli già giunti e poi svaniti
sono nostra
costante compagnia,
che importa quello che si è detto,
è così bruciante ora
accoglierci senza tocco
nel telefono che non suona
nel messaggio che non arriva.
Livia Chandra Candiani
mercoledì 19 settembre 2012
Una nota di dolcezza
LIBERO
Ti inseguo
mentre voli lontano
tra sentimenti
che non ho mai
sconosciuto.
Sento
il canto intenso
dei nostri sguardi
che si agita in noi.
Soffoco:
in quell'attimo
guardo nei tuoi occhi,
ed affondo
in quel bagliore
dell'anima
che accende i cuori
dipingendo la vita
d'amore.
E tu, allora,
mi liberi
con un bacio.
NICOLA SCARPA
E si sa che sono ammalata di romanticismo.
lunedì 17 settembre 2012
Filastrocca dei colori
C’era una volta un paese lontano
dove i colori si davan la mano.
Tra tutti il rosso era il più piccolino
e l’arancione gli stava vicino.
Rideva forte il giallo brillante
e il verde lì accanto parlava alle piante.
Alti nel cielo l’azzurro ed il blu
guardavan la terra e stavan lassù.
Più grande e più scuro degli altri era il viola,
ma i sette sembravano una cosa sola
e chi li vedeva nel cielo sereno
diceva: “Guardate, c’è l’arcobaleno!”
venerdì 7 settembre 2012
giovedì 6 settembre 2012
Quasi una preghiera
Non credo
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.
Voglio credere
ai diritti dell'uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.
Non credo
alla razza o alla ricchezza, ai privilegi,
all'ordine della forza e dell'ingiustizia:
è un disordine.
Non credo
di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.
Voglio credere
che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.
Non credo
di poter combattere altrove l'oppressione,
se tollero l'ingiustizia qui.
Voglio credere
che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero
finché un solo uomo è schiavo.
Non credo
che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.
Voglio credere
all'azione semplice,
all'amore a mani nude,
alla pace sulla terra.
Non credo
che ogni sofferenza sia vana.
Non credo
che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.
Oso credere invece,
sempre e nonostante tutto,
all'uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova
dove abiterà la giustizia
Dorothee Solle
al diritto dei più forti,
al linguaggio delle armi,
alla potenza dei potenti.
Voglio credere
ai diritti dell'uomo,
alla mano aperta,
alla potenza dei non-violenti.
Non credo
alla razza o alla ricchezza, ai privilegi,
all'ordine della forza e dell'ingiustizia:
è un disordine.
Non credo
di potermi disinteressare
a ciò che accade lontano da qui.
Voglio credere
che il mondo intero
è la mia casa e il campo nel quale semino,
e che tutti mietono ciò che tutti hanno seminato.
Non credo
di poter combattere altrove l'oppressione,
se tollero l'ingiustizia qui.
Voglio credere
che il diritto è uno,
tanto qui che altrove,
che non sono libero
finché un solo uomo è schiavo.
Non credo
che la guerra e la fame siano inevitabili
e la pace irraggiungibile.
Voglio credere
all'azione semplice,
all'amore a mani nude,
alla pace sulla terra.
Non credo
che ogni sofferenza sia vana.
Non credo
che il sogno degli uomini resterà un sogno
e che la morte sarà la fine.
Oso credere invece,
sempre e nonostante tutto,
all'uomo nuovo.
Oso credere al tuo sogno, o Dio,
un cielo nuovo, una terra nuova
dove abiterà la giustizia
Dorothee Solle
mercoledì 30 maggio 2012
Riflessione di fine serata
Della mia vita passata mi
erano rimasti solo frammenti azzurri, di tante sfumature. Tu hai
distrutto tutto, a picconate. Ora c'è solo polvere.
A questo si
riducono oltre 20 anni di vita.
mercoledì 23 maggio 2012
lunedì 21 maggio 2012
domenica 20 maggio 2012
SENZA AMORE
Da questo momento vivrò senza amore.
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò.
Non avrò dolore né desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di ghiaccio.
Non pallida per la notte insonne – ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore – ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie – ma nemmeno gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano per me non s’aprirà l’orizzonte intero.
Non aspetterò più, sfinita, la sera – ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola – ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla – ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo – ma non vivrò realmente mai più.
Blaga Dimitrova
Libera dal telefono e dal caso.
Non soffrirò.
Non avrò dolore né desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di ghiaccio.
Non pallida per la notte insonne – ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore – ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie – ma nemmeno gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano per me non s’aprirà l’orizzonte intero.
Non aspetterò più, sfinita, la sera – ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola – ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla – ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo – ma non vivrò realmente mai più.
Blaga Dimitrova
domenica 13 maggio 2012
Erano i giorni migliori, erano i giorni peggiori, era un’epoca di saggezza, era un’epoca di follia, era un tempo di fede, era un tempo di incredulità, era una stagione di luce, era una stagione buia, era la primavera della speranza, era l’inverno della disperazione, ogni futuro era di fronte a noi, e futuro non avevamo, diretti verso il paradiso, eravamo incamminati nella direzione opposta.
Tratto da “Racconti da due città” di Charles Dickens
domenica 6 maggio 2012
mercoledì 2 maggio 2012
La disperazione di Penelope
Non è che non lo riconobbe alla luce del focolare;non erano gli stracci da mendicante, il travestimento – no:
segni evidenti: la cicatrice sul ginocchio, il vigore, l’astuzia nellosguardo. Spaventata, la schiena appoggiata alla parete,
cercava una scusa, un rinvio, ancora un po’ di tempo, per non rispondere,per non tradirsi.
Per lui, dunque, aveva speso vent’anni,
vent’anni di attesa e di sogni, per questo miserabile
lordo di sangue e dalla barba bianca? Si accasciò muta su una sedia, guardò lentamente i pretendenti uccisi al suolo, comese guardasse morti i suoi stessi desideri. E “Benvenuto” disse, sentendo estranea, lontana la propria voce. Nell’angoloil suo telaio proiettava ombre di sbarre sul soffitto; e tutti gli uccelliche aveva tessuto con fili vermigli tra il fogliame verde, a un tratto, in quella notte del ritorno, diventarono grigi e neri e volarono bassi sul cielo piatto della sua ultima pazienza. Ghiannis Ritsos
vent’anni di attesa e di sogni, per questo miserabile
lordo di sangue e dalla barba bianca? Si accasciò muta su una sedia, guardò lentamente i pretendenti uccisi al suolo, comese guardasse morti i suoi stessi desideri. E “Benvenuto” disse, sentendo estranea, lontana la propria voce. Nell’angoloil suo telaio proiettava ombre di sbarre sul soffitto; e tutti gli uccelliche aveva tessuto con fili vermigli tra il fogliame verde, a un tratto, in quella notte del ritorno, diventarono grigi e neri e volarono bassi sul cielo piatto della sua ultima pazienza. Ghiannis Ritsos
In verità, conservavo un ricordo più romantico del ritorno di Ulisse a casa.
Questi versi, sicuramente più rispondenti alla realtà, mi hanno molto divertita.
domenica 29 aprile 2012
domenica 15 aprile 2012
Mi sono affezionato alla terra.....
Mi sono affezionato alla terra quanto non avrei creduto. È bella e terribile la terra. Mi sono affezionato alle sue strade, mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti, le vigne, perfino i deserti. E ora mi addolora lasciarla e perfino questi uomini e le loro occupazioni, le loro case e i loro ricoveri mi dà pena doverli abbandonare. La vita sulla terra è dolorosa, ma è anche gioiosa: mi sovvengono i piccoli dell’uomo, gli alberi, gli animali.
Mario Luzi
giovedì 5 aprile 2012
Chissà....
Chissà se dove ora sei, ti è dato di ricordare l'amore di quella stupida ragazzina che credeva in te in modo unico, incondizionato.
Quella ragazzina già tanto donna da buttare tutto dietro per te, perchè credeva nel tuo sguardo fermo, dolce, caldo, nelle tue mani esili, eleganti, eppure tanto forti, nelle quali volentieri avrebbe messo la sua vita. Quella ragazzina che non aveva paura dell'amore, nè d'essere felice.
Chissà se ora ti è dato di pensare alla donna che hai poi incontrato sul tuo cammino, quasi come un dono tardivo, forse l'ultimo, di una vita intensa si, piena di soddisfazioni, ma anche di incertezze, perchè l'incertezza era il tuo modo di essere in amore.
Chissà se hai compreso fino in fondo che, la paura della felicità ha condizionato tutta la tua vita.
domenica 1 aprile 2012
Maria prima della resurrezione
Lasciate che la morte
abiti nel mio cuore,
lasciate pure che del vento della mia giovinezza
e dei miei grandi amori stellari
non rimanga più nulla,
lasciatemi nella prigione del dolore.
L'amore di Dio
era una grande prigione
entro la quale ho cantato i miei alleluia, la mia giovinezza,
l'attesa di questo figlio.
Ma ora ogni suo chiodo
mi strappa la carne.
Pensavo che i Profeti
avrebbero avuto misericordia
di una povera madre,
ma invece non è così.
La morte odora di fresco,
la morte è una seconda resurrezione,
la morte è un giardino immenso.
Ma per entrare in questo giardino
bisogna conoscere il senso della morte.
Nessuna donna come me
si è vista strappare le viscere dal cuore,
la carne dal suo sentimento.
Come dire a Dio Supremo
che il mio amore era fatto di carne,
che il mio amore era fatto di lacrime,
che il mio Gesù
è nato su un trono di luce,
che è cresciuto
nel più grande degli anfiteatri,
che è il re di tutta la terra?
Qualsiasi madre direbbe la stessa cosa,
ma questo era il Dio vero,
ma questo era veramente il Messia.
L'ora della verità mi è sopra
ed è un tremendo terremoto,
ma mio figlio risorgerà
e la sua resurrezione
avvolgerà l'universo.
Mio figlio è veramente il Messia,
mio figlio è il Re dei Re.
abiti nel mio cuore,
lasciate pure che del vento della mia giovinezza
e dei miei grandi amori stellari
non rimanga più nulla,
lasciatemi nella prigione del dolore.
L'amore di Dio
era una grande prigione
entro la quale ho cantato i miei alleluia, la mia giovinezza,
l'attesa di questo figlio.
Ma ora ogni suo chiodo
mi strappa la carne.
Pensavo che i Profeti
avrebbero avuto misericordia
di una povera madre,
ma invece non è così.
La morte odora di fresco,
la morte è una seconda resurrezione,
la morte è un giardino immenso.
Ma per entrare in questo giardino
bisogna conoscere il senso della morte.
Nessuna donna come me
si è vista strappare le viscere dal cuore,
la carne dal suo sentimento.
Come dire a Dio Supremo
che il mio amore era fatto di carne,
che il mio amore era fatto di lacrime,
che il mio Gesù
è nato su un trono di luce,
che è cresciuto
nel più grande degli anfiteatri,
che è il re di tutta la terra?
Qualsiasi madre direbbe la stessa cosa,
ma questo era il Dio vero,
ma questo era veramente il Messia.
L'ora della verità mi è sopra
ed è un tremendo terremoto,
ma mio figlio risorgerà
e la sua resurrezione
avvolgerà l'universo.
Mio figlio è veramente il Messia,
mio figlio è il Re dei Re.
Alda Merini, da: Magnificat, un incontro con Maria, Frassinelli 2002.
mercoledì 28 marzo 2012
Donna in fila alla cassa del martedì
Quanti pensieri rimangono fra i capelli,
in quel sorriso lento come un frutto maturo?
Ti affretti in un tempo spento e sottile
che non comprendi,
mentre senti diverso l’amore,
come buccia di luce
avvolge
l’arancio
del sole.
[da "Parole povere", Linee Infinite edizioni]
Anna Martinenghi
martedì 20 marzo 2012
La fine della scala
… Sono passati dei giorni senza incontrarci.
Tu sei la’, dietro il traguardo dei sogni,
in un orizzonte circondato di ignoto.
E io cammino, e vedo, e dormo,
consumando i miei giorni e trascinando il mio dolce domani,
che fugge verso il passato perduto.
I sospiri consumeranno i miei giorni finche’ tu torni?
Di Nazik al-Malaika, poetessa contemporanea
domenica 18 marzo 2012
Ritratto di mio padre
Io ho quasi un ritratto del mio caro padre, nel tempo,
ma il tempo se lo porta via.
Mio padre nel giardino della nostra casa,
mio padre, tra i suoi libri, che lavora.
Gli occhi grandi, l'alta fronte,
il viso scarno, i baffi lisci.
Mio padre scrive,
medita, sogna, soffre, parla forte.
Passeggia, oh padre mio, ancora
sei lì e il tempo non ti ha cancellato!
Oramai sono più vecchio di te, padre mio, quando mi baciavi.
ma nel ricordo, sono anche il bimbo che tu conducevi per mano.
Antonio Machado, Poesie, Mondadori
....eri
Eri con me all'osteria e al supermarket
nei giorni che la vita se ne andava
e in quelli che, come il mare,
tornava.
Eri la luna,
una sonata per piano di Schumann,
un occhio di lince,
la posidonia che tenera s'avvinghia,
le albe che venivano dopo l'insonnia,
eri sempre là dove t'aspettavo,
eri la pelle di cui non si può fare a meno,
eri nelle cose
e dentro di me
ti ho attesa da sempre
Luther Blisset
nei giorni che la vita se ne andava
e in quelli che, come il mare,
tornava.
Eri la luna,
una sonata per piano di Schumann,
un occhio di lince,
la posidonia che tenera s'avvinghia,
le albe che venivano dopo l'insonnia,
eri sempre là dove t'aspettavo,
eri la pelle di cui non si può fare a meno,
eri nelle cose
e dentro di me
ti ho attesa da sempre
Luther Blisset
venerdì 16 marzo 2012
Quel che ho perduto...
Di tutto il mondo mi ero innamorata, non di te. Lo scoprivo nuovo, interessante, ricco. Per questo soffro... Non per averti perso. Altro ho perduto - il mondo intero.
Blaga Dimitrova
giovedì 15 marzo 2012
Sull'attesa
Mi chiedo dell'attesa o dell'assenza di attesa. Non puoi attendere se
non uno che ti ha occupato il cuore. Per una sorta di innamoramento. Lo
attendi resistendo alla bruttezza e alla mediocrità, lottando contro
l'ingiustizia e la menzogna. Anche in
assenza di risultati. E quando verrà, sarà chiaro dove stava la bellezza
della vita. Se nell'egoismo o nell'amore. Verrà. Lottando contro ogni
forma di asservimento interiore ed esteriore. Brillerà la Tenerezza,
dopo stagioni di dominio ed arroganza. Verrà - dice il cuore.
Paola Zaccheo
domenica 11 marzo 2012
Consapevolezze
" Non si guarisce mai da ciò che ci manca, ci si adatta, ci si racconta altre verità. Si convive con se stessi, con la nostalgia della vita, come i vecchi."
Margaret Mazzantini
giovedì 8 marzo 2012
Sono una donna
Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
e nessuno sa
che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera,
e quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
e io glielo lascio credere
e io avvengo.
Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà
fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della mia prigione è la loro lingua
ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio
desiderio
e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
e io glielo lascio credere
e avvengo.
Joumana Haddad (1970) Libano
lunedì 5 marzo 2012
Ascolto la tua voce fra le cuciture di lana.
"Passeggio in uno spazio immenso e so
che tu ci sei, c’è questo fruscìo
che mi scalda. Ascolto la tua voce fra
le cuciture di lana"
(Inaya Jaber)
sabato 3 marzo 2012
Quale allegria
Quale allegria
se ti ho cercato per una vita senza trovarti
senza nemmeno avere la soddisfazione di averti
per vederti andare via
quale allegria,
se non riesco neanche più a immaginarti
senza sapere se strisciare se volare
insomma, non so più dove cercarti
quale allegria,
senza far finta di dormire
con la tua faccia sulla mia
saper invece che domani ciao come stai
una pacca sulla spalla e via...
quale allegria,
quale allegria,
cambiar faccia cento volte per far finta di essere un bambino
con un sorriso ospitale ridere cantare far casino
insomma far finta che sia sempre un carnevale...
Sempre un carnevale.
Senza allegria
uscire presto la mattina
la testa piena di pensieri
scansare macchine, giornali
tornare in fretta a casa
tanto oggi è come ieri
senza allegria
anche sui tram e gli aeroplani
o sopra un palco illuminato
fare un inchino a quelli che ti son davanti
e son in tanti e ti battono le mani.
Senza allegria
a letto insieme senza pace
senza più niente da inventare.
Esser costretti a farsi anche del male
per potersi con dolcezza perdonare
e continuare.
Con allegria
far finta che in fondo in tutto il mondo
c'è gente con gli stessi tuoi problemi
e poi fondare un circolo serale
per pazzi sprassolati e un poco scemi
facendo finta che la gara sia
arrivare in salute al gran finale.
Mentre è già pronto Andrea
con un bastone e cento denti
che ti chiede di pagare
per i suoi pasti mal mangiati
i sonni derubati i furti obbligati
per essere stato ucciso
quindici volte in fondo a un viale
per quindici anni la sera di Natale...
se ti ho cercato per una vita senza trovarti
senza nemmeno avere la soddisfazione di averti
per vederti andare via
quale allegria,
se non riesco neanche più a immaginarti
senza sapere se strisciare se volare
insomma, non so più dove cercarti
quale allegria,
senza far finta di dormire
con la tua faccia sulla mia
saper invece che domani ciao come stai
una pacca sulla spalla e via...
quale allegria,
quale allegria,
cambiar faccia cento volte per far finta di essere un bambino
con un sorriso ospitale ridere cantare far casino
insomma far finta che sia sempre un carnevale...
Sempre un carnevale.
Senza allegria
uscire presto la mattina
la testa piena di pensieri
scansare macchine, giornali
tornare in fretta a casa
tanto oggi è come ieri
senza allegria
anche sui tram e gli aeroplani
o sopra un palco illuminato
fare un inchino a quelli che ti son davanti
e son in tanti e ti battono le mani.
Senza allegria
a letto insieme senza pace
senza più niente da inventare.
Esser costretti a farsi anche del male
per potersi con dolcezza perdonare
e continuare.
Con allegria
far finta che in fondo in tutto il mondo
c'è gente con gli stessi tuoi problemi
e poi fondare un circolo serale
per pazzi sprassolati e un poco scemi
facendo finta che la gara sia
arrivare in salute al gran finale.
Mentre è già pronto Andrea
con un bastone e cento denti
che ti chiede di pagare
per i suoi pasti mal mangiati
i sonni derubati i furti obbligati
per essere stato ucciso
quindici volte in fondo a un viale
per quindici anni la sera di Natale...
mercoledì 29 febbraio 2012
martedì 21 febbraio 2012
"Era convinta di essere guarita da quell'amore,ma non era così......Con il tempo tutto se ne va..ma lei non aveva dimenticato nè il suo viso,nè la sua voce..le piaceva credere che,a volte,lui pensasse ancora a lei..era un dolore che si portava in fondo al cuore e da cui non era certa di voler guarire"
...Ti vengo a cercare
Guillame Musso
sabato 18 febbraio 2012
LILLA'
martedì 14 febbraio 2012
Divagazioni
"Il legno sembra fermo, ma è sottoposto a pressioni interne che lentamente lo spaccano.
La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti.
Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.
Io sono di legno."
Giulia Carcasi
Io sono di legno, non so quanto pregiato. Magari sono di un legno qualunque, ma solido, dalle venature calde....Solida, massiccia. Continuo a nascondere i cedimenti, che, comunque, ci sono, a causa di uno, due, tre piccoli tarli che scavano gallerie, profonde, fin dentro l'anima.
La solidità non è una facciata esteriore. Sono solida solo per me stessa...per la mia famiglia,il mio progetto più importante, per il mio lavoro.
Il resto...non mi interessa.
La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti.
Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.
Io sono di legno."
Giulia Carcasi
Io sono di legno, non so quanto pregiato. Magari sono di un legno qualunque, ma solido, dalle venature calde....Solida, massiccia. Continuo a nascondere i cedimenti, che, comunque, ci sono, a causa di uno, due, tre piccoli tarli che scavano gallerie, profonde, fin dentro l'anima.
La solidità non è una facciata esteriore. Sono solida solo per me stessa...per la mia famiglia,il mio progetto più importante, per il mio lavoro.
Il resto...non mi interessa.
sabato 11 febbraio 2012
PEGGY E MILLA
Questa è Peggy, la mia cagnolina storica, poichè è nella mia famiglia da ben quattordici anni. Le ho dedicato diversi post, perchè è un "pezzettino" importante di tutti noi. Qui è ritratta nel suo abbigliamento invernale. Notate l'eleganza...il fiocchetto nero sul cappottino rosa: è tutto molto fashion, come ama dire mio figlio minore.
Ora Peggy, però, non è più quella di prima: non ci vede, non sente più. Trascorre le giornate a dormire. Si sveglia, mangia, fa i suoi bisognini e torna nel suo mondo. Mi mancano tanto le sue corse, i suoi mugolii di gioia quando rincasavo...Mi è difficile accattare la sua vecchiaia, forse perchè essa mi ricorda che il tempo è passato per tutti.
Quando erano piccoli i miei figli, giocava a pallone con loro, ci seguiva in vacanza, abbaiava con veemenza quando il Napoli segnava, "cantava", quando i miei figli suonavano il flauto. Insomma, sempre con noi....per noi.
INTANTO nella nostra vita c'è un'altra cagnolina....MILLA.
Milla è apparsa casualmente, un pomeriggio di settembre caldo, soleggiato. Eravamo tutti in giardino per un problema condominiale. La cagnolina, magra,sparuta, con la coda spelacchiata,sporchissima, è arrivata zompettannte, accompagnata dal CANE NERO, un randagio che tutti, nel residence, avevamo adottato, offrendogli cibo e acqua. La piccola ha provato ad infilarsi nel nostro giardino e non è più uscita.
Il primo ad esserne conquistato, è stato mio figlio maggiore,che, incurante del suo stato, l'ha presa in braccio e ha gridato ai quattro venti: che bel cagnolino giallo!!!! Non l'ha più mollata. Tra cure veterinarie, strigliate sotto l'acqua, bagnetti profumati e cibo...Milla è quella che mostrano le foto. Una cagnolina dolcissima, affabile che, a pieno titolo, fa parte della nostra famiglia.
Peggy tollera con noncuranza la sua presenza, di cui, forse, si accorge, quando emerge dal suo torpore.
mercoledì 8 febbraio 2012
Insegnerai a....
Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo.
Insegnerai a Sognare, ma non sogneranno il Tuo Sogno.
Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita.
Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita,
rimarrà per sempre l’impronta dell’ insegnamento ricevuto.
Madre Teresa
Mi ritrovo in queste parole di Madre Teresa, anche se manca la parte meramente "cognitivo-apprenditiva" dell'insegnamento. Mi auguro che rimanga qualcosa di tutto quello che ho detto ai miei alunni, durante i cinque anni trascorsi insieme: andare in fondo con a tutto, arrivare alla sostanza delle cose, non fermarsi mai alla superficie.
lunedì 6 febbraio 2012
"Così cominciò" di Evgenij Evtusenko
Così cominciò, là
in fondo alle scale
che tu scendevi di corsa
appena suonava il segnale di fine
dell’ultima lezione-
là, nella allegra ressa
presso gli spogliatoi,
protendendo con mano
di febbre
la tua contromarca.
Così cominciò, là
nella banda di ragazzi accaldati
(sorridessero pure con malizia
le bambine, vedendoti passare!)
correvi, a perdifiato,
facendo a pallate con l’umida neve.
Per un attimo balenavano in fuga
fiumiciattoli,
nuvole,
borgate,
ma ai tuoi occhi su tutto dominava
quell’unica cosa:
la cosa di cui, ora, sentivi forte la mancanza,
e non potevi comunque sapere ancora
che cosa.
Volevi l’amore-
amore vero, senza trucco,
e comunque tu riesca adesso
a ingannare te stesso,
volevi-non negare!- un amore felice,
e se questo non fosse stato possibile,
ti saresti contentato anche di un amore infelice:
ti bastava solo:
che fosse l’amore...
Quanti ricordi, questa poesia. Ricordi legati ad una nevicata che, quasi si perde nella notte dei tempi. Ero molto giovane, lo era anche lui.Chissà se ero innamorata di lui o solo dell'amore.
domenica 5 febbraio 2012
sabato 4 febbraio 2012
Il mondo è in pericolo
Il mondo è in pericolo
e nessuno mi attende.
Per questo non uscirò né alle nove
né alle dodici
ho carte da sistemare
e decisioni da prendere.
Ciononostante mi vesto
e dico tra me e me
che l'errore assoluto e la distrazione
si prendono gioco del male impensabile
e ne respirano la fragranza.
Inaya Jaber, Libano, poetessa, giornalista e critica cinematografica.
sabato 28 gennaio 2012
Lasciami andare
Ti prego, lasciami andare. Basta con i ricordi, con i rimpianti...con le poche cose che abbiamo vissuto insieme.
Non
ce la faccio a vivere così, scissa in due, tra presente e passato,
senza nessun futuro, perchè ora per davvero non ci sarà più alcun futuro
per noi.
Lasciami andare...voglio vivere questo presente accanto all'uomo che che amo di un amore vero, reale, fatto di quotidianità, di piccole gioie e dolori, preoccupazioni...ma è la mia vita reale.
Non
saprò mai cosa veramente cosa pensavi di noi due, cosa hai pensato,
quando in passato, in quel passato remoto, abbiamo vissuto una breve e
intensa storia. Non sono mai più stata così appassionata, emozionata...
innamorata. Ma è passato ed io non posso distruggermi al ricordo di
qualcosa che non ha avuto, forse, per te lo stesso significato..
Ci piacevamo tanto, nessuno mi ha più guardata così profondamente, intimamente, nell'anima, fino a sconvolgermi.
Ma ora non ci sei più, in modo totale, assoluto e questa assenza è un vuoto che non riesco a riempire in modo alcuno.
Lasciami andare, anche se questo significa star male, perchè, pur senza vederti, sentirti, sapevo che c'eri da qualche parte.
giovedì 26 gennaio 2012
L'alloggio segreto
Stamattina, con i miei alunni di quinta, ho assistito ad uno spettacolo teatrale "L'alloggio segreto", un monologo liberamente tratto dal diario di Anna Frank. L'attrice raccontava in terza persona la vita della ragazzina ebrea; scenario semplice, essenziale. Parole, c'erano tante parole e suoni, soprattutto il fischio di un treno che irrompeva nel silenzio del teatro.
Inizialmente ho temuto che i bambini si annoiassero, reggere per un'ora un monologo di quella portata, non era semplice.
Invece i miei alunni mi hanno stupita, come sempre. Hanno ascoltato in religioso silenzio e hanno, poi, rilvelato pensieri e sensazioni che mi hanno commossa. (...si vede che sto invecchiando).
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