Ed è qui che io abito,nel centro del mio giorno con i piedi per terra e mare tutto intorno.

lunedì 18 novembre 2013

TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE Di Robert Fulghum


La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:

Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.

domenica 17 novembre 2013

A mio padre



Ho ancora il vizio di barare con la vita e col destino
E la paura di dormire che c'avevo da bambina
Soldi e debiti o colpe e meriti
Ma anche il colore dei tuoi occhi e la mia stanza dei balocchi...
Ho la stessa voglia di giocare
Che avevo già a tre anni
E un'altra casa che non sai
E un altro cane e un'altra età
Ma l'inverno è già alle porte
E tu, ogni giorno tu
Mi manchi come il sole
Che s'appoggia all'orizzonte immenso e blu
Ed io mi sento perso qui
Ho ancora dentro il cuore il ritmo delicato dei tuoi passi
E le parole che mi hai detto prima che ti addormentassi
Ormai le critiche non mi feriscono
Ma devo a te questa fortuna
A te che abiti la Luna
A cosa pensi in quella foto con me in braccio sulla spaggia
...
Io ci provo a vivere
A cambiare e a credere
In qualcosa che assomigli a quella tua semplicità
E ritornare a quegli anni incancellabili che ancora io mi porto dentro
Se potessi almeno rivederti
(anche per un momento)
Se credessi a quell'idea
Che tu, ogni giorno tu
Ancora mi proteggi
Mentre invece so che invece non puoi farlo più
Ed io mi sento perso qui
Lontano dai tuoi angeli
 
 
E' il testo di una canzone, molto bello...quasi una poesia.