Due sorelline, forse gemelle.
Sembrano complici, gia' con le idde molto chiare
su quello che sara' il rapporto con il proprio corpo e sulla propria femminilita'.
Anch'io ho una sorella piu' piccola di me di quattro anni: un uragano, una tempesta.
Da piccola faceva disperare i miei genitori perche' non voleva studiare, era birbante, capricciosa
e...bellissima: occhioni verdi e capelli neri e ricci.
Conquistava tutti con la sua bellezza e a sua simpatia, la sua intelligenza brillante.
Ma di studiare ....non se ne parlava.
Delle due sembravo io la sorella minore, perche' vivevo in muta adorazione delle sue gesta.
Mai puntuale, sempre quella dell'ultimo momento, che tutti aspettavano con ansia.
Avevamo amici in comune e facevamo tutto insieme. Ci azzuffavamo per una gonna, per un
disco...ma non potevamo stare l' una senza l'altra.
A sedici anni alcuni amici mi volevano ospite a Roma per diversi giorni...
Bene, lei si oppose con tutte le sue forze
adducendo come giustificazione:- E io, con chi le dico le preghiere, la sera?
Per una volta la spuntai io...ma spesso eravamo molto complici.
Ora e' una prof. di lettere, severissima...pero' umana (lo so perche' le affido i miei alunni piu'
difficili, quando passano alle medie), una mamma intransigente.
Lei mi rimprovera di coccolare troppo figli e alunni...e' vero. E che con l'eta' peggioro.
E' molto creativa: lavora la ceramica, dipinge, costruisce collane, braccialitti...e li vende, perche'
da perfetto ariete ha un grande intuito per gli affari.
Del resto a sei anni mi affittava le sue collane per cinque lire l'ora...
Perche' ho parlato di mia sorella?
Perche' ho letto un libro di Cristina Comencini: " Il cappotto del turco", che narra la storia di due
sorelle, a partire dagli anni cinquanta, fino ai nostri giorni.
E' scritto molto bene, mai banale, come del resto tutti i romanzi della Comencini, improntati sul
rapporto tra le figure parentali.
Ovviamente vi consiglio di leggerlo. Vi trascrivo solo una breve citazione, che conclude il prologo.
"Da quanto tempo non mi capita di sentire in modo cosi' vivo la sua presenza.Il vuoto assoluto
nella stanza, e quella finestra sul cielo
dove tutto si muove, viaggia, senza legami, senza impedimenti.
Come ho fatto in tutti questi
anni a vivere senza di lei ....?"